SAN PIETROBURGO DAL XVIII AL’INIZIO DEL XIX SECOLO
San Pietroburgo non è solo la città più europea di Russia, è la città ideale, un simbolo del sogno di Pietro I di un paese da cambiare completamente.
Quanto costa un sogno
A cavallo del 18° secolo, la Russia mirava di essere come l’Europa. Essendo isolata, la Russia sarebbe stata destinata a rimanere indietro. Pietro doveva fare soltanto una scelta, chi seguire. L’influenza più forte fu quella cattolico polacca. Però, Pietro I decise di prendere come esempio Olanda e Inghilterra – «Ecco! Noi prendiamo la strada protestante».
Pietro creò la nuova Russia da zero. San Pietroburgo crebbe in condizioni terribili, ma a lui non mancò il coraggio di chiamarla “il mio paradiso”.
Il futuro imperatore proibì la costruzione in pietra ovunque in Russia, tranne a San Pietroburgo, lasciando tutto il paese fatto di legno.
La stessa cosa successe anche con il popolo russo. Pietro cerca di modificare la natura dell’uomo russo. Gli tagliò la barba, lo traveste e gli insegna a comportarsi in modo europeo, giustificandosi delle riforme che voleva fare. Ma tutto questo riguarda solo gli uomini di corte, statisti. Come vivevano più del 90% degli abitanti, a quasi 6.8 milioni di persone non interessava Pietro, era più importante che continuassero a lavorare per mantenere lo stato.
“Creatura” delle persone nuove
Pietro III: solo per benevolenza al monarca
Lo zar Pietro III, nipote di Pietro I, regnò per un breve periodo, durante il quale emise un Decreto sulla libertà della nobiltà, dove veniva detto che i nobili potevano essere dispensati dal servizio di leva obbligatorio, perciò potevano scegliere se ottemperare al servizio oppure no. Pietro III pensava che i nobili avrebbero adempiuto al servizio di leva per benevolenza al monarca. In seguito fu detronizzato da sua moglie, la futura zarina Caterina II, Così nascevano nuove persone, libere e fedeli al trono.
Caterina II: l’educazione va prima di tutto
Caterina II volle creare una nuova società più istruita più educata, moderna. Il paese aveva bisogno non solo di ufficiali e marinai. Per questo l’imperatrice si occupò di teatro e educazione femminile, fondando nel 1764 l’istituto di Smolny per nobili fanciulle. L’idea che le ragazze se adeguatamente educate, avrebbero potuto far crescere i propri figli in stile europeo.
Alessandro I: siamo figli della Patria!
La guerra del 1812 dimostrò che i metodi educativi di insegnamento di Caterina II avevano tanto successo. Gli ufficiali russi con a capo l’imperatore Alessandro I riuscirono a sconfiggere uno dei più forti eserciti del mondo, l’esercito di Napoleone. I parigini aspettavano che un’orda barbarica invadesse la loro città. Ma invece videro persone ben istruite che parlavano brillantemente il francese. Da questi ufficiali in seguito sarebbe nata la prima rivolta. Dalla bella Francia loro tornarono a casa dove la maggior parte del popolo erano servi della gleba.
Nicola I: l’imperatore ha sempre ragione
Il 14 dicembre del 1825 questi ufficiali escono sulla piazza del Senato per limitare il potere assoluto dello zar Nicola I, approvare le riforme, abolire la servitù della gleba e fondare il Parlamento.
LA RIVOLTA DEI DECABRISTI si trasformò in un enorme fallimento. Da quel momento nella storia della Russia le strade dello stato e dell’élite si divisero.