Più di 300 anni di storia affascinante di San Pietroburgo
Un passaggio da San Pietroburgo a Pietrogrado, Leningrado e ritorno a San Pietroburgo.
La leggenda della Palmyra settentrionale
Una leggenda dice che San Pietroburgo sarebbe stata creata in cielo, e poi questa città celeste sarebbe atterrata sulle paludi della Neva. In nessun altro modo, dice la leggenda, sarebbe possibile spiegare l’aspetto di una città così bella in un posto così triste.
La verità è solo leggermente meno soprannaturale: la ferrea volontà di una persona, la capacità di centinaia di architetti stranieri e artigiani, e il lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori russi hanno creato una città che ha deliziato i viaggiatori, ed in seguito soprannominandola la Palmyra settentrionale, confrontando Pietroburgo a Palmyra, la città dalla bellezza ultraterrena.
Ogni guida vi racconterà la storia della sua comparsa tra boschi e paludi impenetrabili, in una zona non abitata da persone. Tuttavia, questo non è completamente vero. Un attento studio dei reperti storici, la ricerca degli scienziati e l’analisi degli atti di Pietro ci fa dubitare della saggezza convenzionale storica, generalmente accettata dallo sviluppo degli eventi.
La terra, dove adesso si trova la città di San Pietroburgo, a partire dal VII secolo era abitata dagli slavi orientali (ilmeni sloveni e krivici), quindi ben prima della nascita di San Pietroburgo.
Nei secoli IX-X qui vivevano le popolazioni di slavi e antiche nazioni baltiche e finlandesi. I primi sulle rive della Neva e dell’Okhta furono gli ugrofinnici. Qui da tempo insediati водь [vod’] (un piccolo popolo ugrofinnico). I russi conoscevano bene il popolo суоми [suomi] (finlandese), ижорa [izhora]. Sono loro che hanno chiamato l’affluente della Neva – Okhta.
I vichinghi cominciarono a stabilirsi negli insediamenti esistenti lungo le rotte commerciali, e prestavano un servizio come esercito dei nobili per garantirne il controllo. I vichinghi si insediarono intorno alla città di Ladoga, la quale divenne il centro delle loro attività militari e socio-culturali.
Il primo insediamento importante qui inizia con la storia di Velikij Novgorod.
Insieme con i popoli ugro-finnici qui vissero a lungo gli slavi di Velikiij Novgorod e di Ladoga.
Un bocconcino di terra
Ma c’era anche qualcun altro che desiderava possedere questa terra. Gli svedesi fecero molti tentativi per conquistarla. Nel 1240 ci fu una battaglia tra svedesi e il popolo di Velikij Novgorod. E per un po’ gli svedesi si stabilirono sulle terre di Velikij Novgorod. Ma già nel 1301 i russi si ripresero il territorio.
Nel 1500 sul suolo del moderno centro di San Pietroburgo esistevano già 21 insediamenti.
Nel 1583, la Svezia cercò nuovamente di stabilirsi in queste terre, ma la foce della Neva rimase ai russi.
Misteri della vecchia mappa
Gli svedesi fecero ripetutamente dei tentativi per conquistare queste terre. E perfino nel 1611, alla foce del fiume di Okhta, sulla riva sinistra, al posto dell’insediamento russo dei mercanti, gli svedesi costruirono la fortezza di Nienschanz, e sulla sponda opposta di Okhta – la città di Nien. Il commercio favorevole con i russi fece dei mercanti di Nien i più ricchi del regno svedese.
L’apogeo di Nien arrivò alla fine del XVII secolo, dopo aver ottenuto lo status di città nel 1642. Sulla mappa svedese, datata 1643, sul territorio in cui si trova l’attuale Pietroburgo, il luogo in cui l’Okhta confluisce nella Neva, la città di Nien è già stata mappata. Per diversi decenni Nien divenne la più grande città di Ingermanland, la regione della Svezia orientale.
La presenza degli svedesi non ha dato alla Russia alcuna possibilità di espandere i propri confini. Ma l’esercito russo non abbandonò i tentativi di riannettere il territorio. E solo nel 1703 i russi conquistarono le terre dagli svedesi. Fu in quel momento che divenne questione principale la creazione di una fortezza per proteggere le nuove frontiere.
Ci sarà una città russa!
Dopo aver studiato la mappa del delta della Neva, Pietro I sceglie l’isola Zayachiy (it. Isola del coniglio).
Il 27 maggio del 1703 lo zar russo Pietro I sulle terre bonificate dagli svedesi, chiamate Ingermanlandia, pose la fortezza di San Pietro-Burg. Il nome fu scelto da Pietro I in onore del santo apostolo Pietro.
L’originale San Pietroburgo fu chiamato nella maniera olandese di Sankt-Piter-Burch, poiché Pietro visse e studiò per qualche tempo nei Paesi Bassi. Nel 1720 il nome Sankt-Piter-Burch cambiò in San Pietroburgo.
Mentre la città iniziò ad essere costruita, continuava la Guerra del Nord (1700-1721) tra Svezia e la coalizione dei paesi del Nord Europa per il possesso delle terre baltiche, incluso la futura San Pietroburgo (si concluse con la sconfitta della Svezia).
27 maggio 1703 – la data della fondazione della fortezza corrisponde alla data ufficiale della nascita della città di San Pietroburgo.
Con la pietra in bisaccia
La costruzione dei principali edifici urbani si espanse al di fuori della fortezza lungo le rive del fiume Neva, per cui le paludi situate sul delta del fiume furono prosciugate. I lavori per la costruzione della nuova città furono guidati da ingegneri stranieri invitati da Pietro in Russia.
Tuttavia, per accelerare la costruzione di case di pietra, Pietro ha vietato la costruzione di case in pietra nel resto della Russia. I muratori furono costretti ad andare a lavorare a San Pietroburgo.
Inoltre, fu introdotto un dazio doganale, così detta Tassa di pietra veniva prelevata da ogni carro che entrava in città: era necessario portare con sé una certa quantità di pietre o pagare una tassa. Da tutte le regioni circostanti, i contadini sono venuti in queste nuove terre per lavorare alla costruzione della città.
Capitale europea
Dal 1712, la città viene proclamata la capitale dello stato russo. Tutte le istituzioni ufficiali e la corte reale furono trasferite da Mosca.
Questo è un caso unico nella storia del mondo, quando la capitale di uno stato (la Russia) per nove anni era formalmente nel territorio di un altro stato (Svezia).
La città, era situata in quel momento fuori dallo stato russo.
La città rimase ufficialmente la capitale fino al 1918, solo durante il regno di Pietro II la capitale fu temporaneamente restituita a Mosca. Ad oggi, San Pietroburgo è spesso chiamata in via ufficiosa Capitale del Nord.
La fondazione della nuova capitale sul confine occidentale dello stato determinò l’intero futuro della città e della Russia. Da quell’epoca, le caratteristiche della città sono opposte come l’antico / nuovo, storico / mitologico.
Primi anni della storia di San Pietroburgo
Dopo la costruzione della Fortezza di Pietro e Paolo, è iniziata la costruzione di altre strutture difensive. Nel dicembre 1706, Pietro I emise un ordine per la costruzione di Kronwerk (ted., Kronwerk; it., Coronamento – il termine tecnico utilizzato per un tipo di costruzione difensiva a forma di corona, come estensione della fortificazione stessa) per proteggere la Fortezza di Pietro e Paolo dal bombardamento dal lato opposto della riva.
Ora qui il Museo di storia militare di artiglieria.
L’indirizzo: Aleksandrovskiy park, 7
Metro: Gor’kovskaya
Aperto: 11.00-18.00
Chiuso: lunedì, martedì e l’ultimo giovedì del mese.
Contemporaneamente sull’altra riva della Neva viene costruita la prima costruzione degli uffici del Ammiragliato come da progetto di Pietro I.
Già nel 1703 viene costruita la Casetta di Pietro il Grande — è una piccola casa di legno, prima residenza dello zar Pietro il Grande.
L’indirizzo: Petrovskaya naberezhnaya 6
Metro: Gor’kovskaya
Aperto: 10:00-8:00, giovedì 13:00-21:00
Chiuso: ogni martedì e ultimo lunedì del mese
Chiesa della Trinità [Troitskaya] (1704), fu la cattedrale principale e diede il nome alla Piazza Troitskaya del lato di Pietrogrado (il nome di uno dei quartieri storici di San Pietroburgo), la chiesa più antica di San Pietroburgo (distrutta nel periodo sovietico nel 1933).
L’area della Piazza Troitskaya (Trinità) del lato di Pietrogrado era il centro della vita cittadina. Un numero di edifici più grandi sono stati eretti lungo il perimetro della piazza. Qui c’era anche l’edificio principale della cancelleria di stato e la tipografia.
Lì vicino c’era un pub Quattro fregate dove venivano serviti birra, vodka, vino e brandy per gli ospiti. Nel locale si potevano incontrare nobili, ambasciatori stranieri, mercanti, persino lo zar.
Attualmente, vicino al luogo dove si trovava la chiesa, c’è una cappella della Trinità Zhivonachnaya (della vita).
A pochi passi dalla Piazza Troitskaya (Trinità) c’era l’unico mercato della città – Gostiny Dvor, un edificio grande di legno a due piani, bruciato nel 1710. Qui in centinaia di negozi e tende, mercanti di diversi paesi esponevano le loro merci. A quel tempo, il Gostiny Dvor era chiamato Rostov ranghi, poiché la maggior parte dei mercanti erano di Rostov-sul-Don.
Qui vendevano cibi e utensili per la casa. I prodotti principali erano piselli, lenticchie, cavoli, fagioli, farina d’avena, strutto, prodotti in legno e vasi di terracotta.
Ai margini il frizzante mercato tartaro delle pulci, un gruppo di piccoli negozietti, dove venivano offerte scarpe usate, pezzi di ferro vecchio, vecchie corde e sedie, selle di legno usate e centinaia di altri oggetti.
Tutti pagavano le tasse alla tesoreria zarista.
I primi abitanti della città erano soldati e marinai, abitanti di villaggi locali russi e чухон [chukhon] (finlandesi), le persone esigiate, sono state costrette a trasferirsi a San Pietroburgo da altre regioni del paese. Il numero di abitanti della capitale nel 1725 era di circa 40 mila persone.
Nel 1725 fu fondata l’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo.
Quasi tutte le attività dello zar Pietro I a San Pietroburgo, in un modo o nell’altro, miravano a tramandare le tradizioni marine.
Tutte le residenze di Pietro erano vicino all’acqua. Il Palazzo d’Estate di Pietro il Grande nel Giardino d’Estate e il Palazzo Podzornyy, un palazzo in legno di stile olandese con balaustra (ora perduto), fu’ costruito nella primavera del 1706 per Pietro I in riva al mare tra la foce della Neva e la Fontanka, bagnata dalle acque della Neva da più lati.
È interessante notare che se per qualche motivo il palazzo non poteva essere costruito vicino al Mar Baltico, furono realizzati dei canali (come allora chiamati Gavantsi, in seguito – Benne) di collegamento tra il palazzo e il mare. Così che le navi potessero ormeggiare sotto il palazzo.
In questo modo sono stati costruiti Il Gran Palazzo – è il palazzo principale del complesso di Peterhof la struttura più imponente dell’intero complesso, e Il Palazzo di Costantino [Konstantinovskiy dvorets] una reggia che si trova a Strelna, una cittadina nei dintorni di San Pietroburgo,
A seguito di incendi e inondazioni, molti edifici di Pietroburgo nel periodo di Pietro I verso la metà del XVIII secolo andarono in rovina o furono distrutti. I maggiori problemi a San Pietroburgo sono sorti a causa delle inondazioni.
Inondazioni a San Pietroburgo – l’acqua sorge nel delta della Neva e nella parte orientale della baia della Neva, causando un’inondazione di alcune parti del territorio di San Pietroburgo. Questo fenomeno accade regolarmente due volte all’anno.
Pietroburgo della metà del XIX secolo
A San Pietroburgo, in questo periodo di straordinaria fioritura della cultura. Pietroburgo brillava. Ci fu un periodo di romanticismo e illuministico. L’epoca della creatività di Pushkin è il grande poeta russo.
A Pavlovsk, nelle vicinanze di San Pietroburgo dal 1856 per 10 anni, il direttore dei concerti estivi di Pavlovsk è stato il compositore austriaco Johann Strauss.
La sala da concerto era proprio nell’edificio della stazione. Il pubblico era così affezionato ai concerti di Strauss che molti erano pronti a rimanere a Pavlovsk per tutta la notte. Johann Strauss ha anche dovuto interrompere il concerto quando arrivava una chiamata che annunciava la partenza dell’ultimo treno. Ma a volte non è neanche stato d’aiuto: il treno parti, ma gli ascoltatori sono rimasero.
La culla della rivoluzione a Pietrogrado
A San Pietroburgo si è verificato nel dicembre 1825 (la Rivolta dei decabristi — tentativo di colpo di stato, svoltosi a San Pietroburgo).
La rivolta fu organizzata da un gruppo di nobili, molti dei quali erano ufficiali della Guardia Imperiale russa.
A causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale sull’onda dei sentimenti patriottici nell’agosto del 1914, la città fu ribattezzata Pietrogrado. Il giorno seguente ci fu un’edizione straordinaria del giornale Birzhevye Novosti (it. Novità di Borsa): “Andammo a dormire a Pietroburgo e ci svegliammo a Pietrogrado!.. Il periodo di Pietroburgo della nostra storia con la sua ombra tedesca finì … Evviva, signori!..”.
Il 1917 fu l’inizio della rivoluzione.
Poi, la Rivoluzione russa di febbraio è la prima fase della rivoluzione del 1917.
Il risultato della rivoluzione di febbraio fu l’abdicazione dello zar Nicola II nel marzo del 1917, la fine della dinastia dei Romanov e la formazione del governo provvisorio e del Consiglio supremo di Pietrogrado.
L’imperatore Nicola II con la moglie Alexandra Fedorovna, le figlie Olga, Anastasia, Maria, Tatyana e il figlio Aleksey, sono mandati in esilio a Ekaterinburg. La famiglia era segregata nella casa dell’ing. Ipatiev.
Nella notte tra il 16 e il 17 giugno 1917, nel seminterrato della casa di Ipatiev, tutta la famiglia imperiale, così come i membri del loro seguito, furono fucilati dai bolscevichi.
I comunisti hanno trasportato i corpi dei morti nel tratto di Ganina Yama e li hanno gettati nella miniera: secondo la versione della Chiesa ortodossa russa, i resti dei membri della famiglia reale sono stati arsi con il fuoco e acido solforico.
La famiglia dell’Imperatore Nicola II.
I figli da sinistra a destra: la granduchessa Maria, la granduchessa Olga, la granduchessa Tatyana e la granduchessa Anastasia.
Nel centro: la zarina Aleksandra Fedorovna e lo zar Nicola II.
Davanti a tutti è Il piccolo zarevič Aleksey
Il 25 ottobre 1917, con un colpo a salve dell’incrociatore Aurora, fu dato il segnale ai bolscevichi per assaltare il Palazzo d’Inverno. L’incrociatore Aurora divenne il simbolo della rivoluzione del 1917.
L’incrociatore Aurora fino ad oggi rimane uno dei simboli di San Pietroburgo.
L’indirizzo: Petrogradskaya naberezhnaya, 1.
Metro: Gor’kovskaya, Ploshchad’ Lenina, Petrogradskaya
Aperto: 11:00-18:00.
Chiuso: lunedi, martedi.
Ci sono escursioni in inglese
Il Governo provvisorio fu rovesciato dalla Rivoluzione di ottobre e iniziò la Guerra civile che durò da novembre 1917 ad ottobre 1922.
A causa della Guerra civile e della fame, i cittadini dovettero lasciare loro case per andare a trovare i luoghi più sicuri. La popolazione di Pietrogrado nel 1920 era solo un terzo della popolazione del 1915.
Pietrogrado – Leningrado sovietico
Nel periodo post-rivoluzionario, la città cercava di riprendersi attivamente, ma iniziò una lotta brutale con la religione, cessando la messa in molte chiese e cattedrali.
Una serie di edifici sono diventati musei, tra cui la cattedrale della Nostra Signora di Kazan, a quale è stata trasformata in un Museo di storia della religione e dell’ateismo.
Dopo la morte di Lenin, il 26 gennaio 1924, la città fu ribattezzata Leningrado.
Negli altri c’erano diverse istituzioni pubbliche, piscine, magazzini, officine, ecc. Parte degli edifici delle chiese sono state demoliti. Dal 1929-1934 furono venduti numerosi dipinti dell’Hermitage e del Museo Russo.
Gli anni trenta ci fu un periodo di grande terrore. Le Grandi purghe furono una vasta repressione avvenuta nell’URSS nella seconda metà degli anni trenta, voluta e diretta da Stalin dopo l’omicidio di Sergej Kirov, importante dirigente del Partito Comunista a Leningrado, per epurare il partito comunista da presunti cospiratori. Il periodo viene pure indicato con i termini di Terrore o Grande Terrore (in russo Большой террор, [Bol’šoj terror]) o, in Russia, con quello di Ežovščina (ежовщина, era di Ežov) dal nome del capo dell’NKVD (it. Commissariato degli affari interni) nel periodo più tragico delle purghe.
La macina della storia ha macinato e spezzato le vite e le sorti dei migliori rappresentanti della nazione russa.
Assedio di Leningrado
L’assedio di Leningrado (in russo: Блокада Ленинграда [Blokada Leningrada]), durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato uno delle più cocenti sconfitte nel grandioso progetto di guerra lampo di Adolfo Hitler. L’assedio che durò 900 giorni e notti, dal 8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944, senza che i tedeschi riuscissero a concludere nulla.
Per raggiungere la Grande terra (territorio protetto dall’armata russa) bisognava attraversare il lago Ladoga. La Strada della Vita si passava lungo l’acqua, e in inverno sul ghiaccio.
Secondo i dati ufficiali sovietici, circa 630.000 dei 3 milioni di abitanti della città sono morti durante l’assedio e circa 200 mila durante le fasi di evacuazione. Per l’eroismo della popolazione e per i difensori della città, Leningrado divenne il primo insediamento sovietico ad essere insignito del titolo onorario di Città-eroe.
Il periodo del dopoguerra
La città fu gravemente danneggiata dalla guerra, molti edifici furono distrutti nel corso dei bombardamenti, e anche quelli che si trovavano nel territorio occupato dal nemico furono saccheggiati (per esempio, la Camera d’ambra – è una stanza che costituisce la maggiore attrattiva del palazzo di Caterina a Tsarskoe Selo / città Pushkin, la quale fu strafogata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale), ma la città e le sue periferie nei decenni successivi furono restaurate nell’antico splendore e Leningrado continuò a rimanere il centro intellettuale e culturale dell’URSS.
La città si sta riprendendo rapidamente dalla Guerra. Nel 1955 furono aperte le prime stazioni della metropolitana di Leningrado.
Tuttavia, questo fu un periodo di ricostruzione e cambiamento della città. Negli anni ’80 del XX secolo, il movimento per la protezione della città a Leningrado cominciò a demolire edifici storici. I cittadini stanno contro i bulldozer in difesa di Pietroburgo imperiale. Così, uno dei magnifici hotel storici L’Angleterre in Piazza Isakievskaya è stato salvato.
È persino difficile immaginare quanti più bei monumenti storici avremmo potuto perdere se non ci fossero queste grandi persone.
Nella seconda metà degli anni ’80, la popolazione della città raggiunse per la prima volta i cinque milioni di abitanti.
Periodo post-sovietico
6 settembre 1991 la città di Leningrado è stata restituita al nome storico di San Pietroburgo.
’90 – il periodo delle riforme e la falsa libertà, il crollo dell’URSS.
Il periodo degli alti e bassi, cambiamenti nell’economia, cambiamenti di atteggiamento, valori di rivalutazione. Sembrava che tutto fosse possibile e che tutto fosse disponibile. Il periodo dell’apogeo del crimine e dell’attività imprenditoriale di tipo sovietico.
Questo era un periodo di più gravi crisi economiche, quando gli ex cittadini sovietici imparavano solo le basi dell’economia capitalista occidentale.
Questo era un periodo di dominio del crimine, della mafia russa e del mercato nero, quando la gente comune perdeva tutti i propri risparmi. Un periodo di deficit totale, quando non c’erano né soldi né cibo.
Nelle vetrine dei negozi regnava il vuoto. Se qualche merce era in vendita, i negozi erano presi d’assalto.
Vendevano tutto ciò che poteva essere venduto. Il commercio illegale si svolgeva in qualsiasi posto dove c’erano persone. Queste erano le cosiddette relazioni di mercato e l’intero paese assomigliava al mercato. Ognuno cercava di sopravvivere come era possibile.
Nel agosto del 1998 Il rublo sceso di 3 volte in solo pochi giorni. Erano anni veramente duri. La popolazione di San Pietroburgo era notevolmente diminuita. L’intero paese stava vivendo una crisi demografica.
Allo stesso tempo, durante gli anni post-sovietici, molti monumenti architettonici furono irrimediabilmente perduti o sostituiti da copie mal riuscite [novodel]. Sono state oscurate alcune delle viste storiche della città, sono state demoliti interi blocchi di edifici storici.
Ma il tempo è inesorabile, la città dopo essere sopravvissuta a tutte le crisi si sta involvendo in meglio grazie al passaggio dall’URSS a Russia.
Il ‘2000 è un periodo di rapido sviluppo della città, la costruzione di nuove infrastrutture urbane.
Nel 2018 San Pietroburgo ospitò il campionato del mondo di calcio.